La cosmetica green sta vivendo un periodo di forte crescita in termini di fatturato e volumi, in linea con l’interesse sempre maggiore dell’opinione pubblica nei confronti della sostenibilità ambientale. Per questo motivo è aumentata la proposta sul mercato di ingredienti di derivazione naturale, come i polisaccaridi, che, grazie alla loro capacità di rigonfiarsi in acqua e formare un network tridimensionale, vengono considerati una valida alternativa ai tradizionali modificatori reologici acrilici, ultimamente al centro del dibattito sul tema delle microplastiche. Anche se l’offerta è molto ampia, formulare con ingredienti green rivela ancora alcune criticità, dovute principalmente alla difficoltà di eguagliare le performance dei polimeri sintetici in termini di resa e di texture del prodotto. È per questo che le industrie cosmetiche necessitano sempre più di metodiche strumentali, con cui ottenere facilmente e in tempi ridotti dati oggettivi sulle caratteristiche fisiche e applicative delle diverse materie prime.
Il nostro lavoro “Evaluating natural alternatives to synthetic acrylic polymers: rheological and texture analyses of polymeric water dispersions”, recentemente pubblicato sulla rivista open-access ACS Omega, si propone di caratterizzare e confrontare diverse materie prime polimeriche di derivazione sintetica o naturale, disperse in acqua a diverse concentrazioni. Abbiamo messo a punto un protocollo strumentale che consiste nell’utilizzo della reologia e dell’analisi di texture. La prima studia la viscosità e le proprietà di scorrimento del materiale; la seconda permette di oggettivare le proprietà tattili, quali durezza, consistenza e adesività, che sono strettamente legate ad alcune proprietà sensoriali. L’uso combinato di queste due tecniche, che sono significativamente correlate fra loro, ha permesso di classificare ciascuna materia prima cosmetica sulla base delle specificità applicative, in modo da razionalizzare e semplificare il loro uso industriale per raggiungere gli obiettivi funzionali e sensoriali, ma anche per identificare alternative appropriate alle materie prime sintetiche in un’ottica di eco-design del prodotto green.
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