Dagli scarti alimentari a nuove materie prime

02 / 09 2020
Descrizione

La spinta ecologista e l’attenzione verso l’ambiente stanno progressivamente trasformando lo scarto di lavorazione, considerato una costosa problematica da gestire e smaltire per moltissime realtà produttive, come una potenziale “seconda materia prima” e risorsa per nuovi scopi e utilizzi. 

Il gruppo di lavoro del professor Stefano Dall’Acqua con la preziosa collaborazione di atenei portoghesi, brasiliani e dell’Univeristà di Camerino ha studiato e caratterizzato la composizione chimica di diversi tipi di scarti agro-alimentari a seguito di varie procedure estrattive. Dalle ricerche condotte è emerso che, per esempio, i gusci delle castagne sono particolarmente ricchi di polifenoli come acido ellagico e derivati dell’acido caffeico, le foglie di una particolare varietà di kiwi presentano un potere antiossidante perfino maggiore del frutto stesso e l’olio essenziale ottenuto dai residui della lavorazione della fibra della canapa è un efficace insetticida naturale. Questi esempi rappresentano solo alcune delle molteplici applicazioni per rivalutare e valorizzare gli scarti a beneficio dell’ambiente e di diverse realtà produttive.

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Per approfondire:

F. Lameirão et al. Green-Sustainable Recovery of Phenolic and Antioxidant Compounds from Industrial Chestnut Shells Using Ultrasound-Assisted Extraction: Optimization and Evaluation of Biological Activities In Vitro. Antioxidants 2020; 9(3):267.

G. Benelli et al. The crop-residue of fiber hemp cv. Futura 75: from a waste product to a source of botanical insecticides. Environ Sci Pollut Res Int 2018; 25(11):10515-10525.

F. Marangi et al. Hardy kiwi leaves extracted by multi-frequency multimode modulated technology: A sustainable and promising by-product for industry. Food Res Int 2018; 112:184-191.

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